La Val di Vara, con i suoi 575 km² di estensione ed i suoi 30.275 abitanti è il territorio più esteso della provincia di La Spezia ed al contempo il meno popolato. Un territorio caratterizzato da un insieme naturalistico dove alla macchia mediterranea si alternano boschi, praterie e pascoli regala scorci paesaggistici di indiscutibile bellezza. Denominata Valle del biologico, per la diffusione dell’agricoltura biologica, la Val di Vara è un territorio molto interessante per la presenza di molte piante medicinali, con 143 specie pari al 28% di quelle usate nella cura dell’uomo.
Flora
La Val di Vara è la terra della biodiversità: se sulla riva del fiume Vara prevalgono il pioppo nero e l’ontano comune, nel sottobosco troviamo il sambuco, il sanguinello e il biancospino comune insieme alla robinia e i frutti di bosco.
Le colline sono inframezzate da coltivazioni di vigne e olivi ed i boschi sono dominati dal faggio (Fagus sylvatica) e dal castagno (Castanea sativa) oltre che dalla quercia e dalla roverella. Si incontrano inoltre ampi boschi di conifere, in cui spiccano pinete di pino marittimo (Pinus pinaster) spesso piantumate dall’uomo. Nei pascoli, concentrati tra i comuni di Maissana, Varese Ligure, Sesta Godano e Zignago, crescono erbe graminacee, specie importanti per la produzione di fieno.
L’area del monte Gottero, che si estende per mille ettari alle pendici della montagna più alta della provincia spezzina, è conosciuta per essere una delle valli liguri di più grande interesse per i cercatori di funghi. Qui crescono infatti diverse varietà di boleti (porcini), ovuli e galletti la cui raccolta è gestita dal Consorzio Alto Vara.
CASTAGNO
Il Castagno, uno degli alberi più diffusi nei boschi della Val di Vara, può raggiungere i trenta metri di altezza. Se in passato ha rappresentato un'importante risorsa alimentare, soprattutto per la produzione di farina di castagne, oggi il castagno ha subito un drastico ridimensionamento a livello economico. Il prodotto, considerato di nicchia, viene utilizzato nell’ambito dell’industria alimentare e dolciaria e il legno utilizzato per la fabbricazione di mobili e di pali da sostegno. In Val di Vara è stata creata l’Associazione Castanicoltori del Levante Ligure, realtà nata per promuovere la cultura e la tutela del castagno. A Carro, nel Bosco Sepponi, è stato recuperato un antico essiccatoio, l’ultimo ancora in uso in Val di Vara, fabbricato nel1821 ed utilizzato oggi anche a scopi didattici.
CERRO
Il cerro (Quercus cerris) è un albero a foglie caduche appartenente alla famiglia delle Fagaceae. Con un tronco a corteccia grigio-brunastra e profonde solcature rossicce, sviluppa una folta chioma con foglie alterne, eterogenee dal punto di vista morfologico, con forma obovata-oblunga. Il cerro, tra aprile e maggio, offre fiori monoici mentre i suoi frutti sono ghiande di circa 2-3 centimetri note per il caratteristico cappuccio di colore giallino chiaro. Molto frequente negli appennini è un albero che si raccoglie in ampi cerreti (da qui il nome della borgata di Carro Cerreta) solitamente ai piedi delle catene montuose non essendo adatto ai climi troppo rigidi.
PINO MARITTIMO
Albero non molto longevo, raggiunge mediamente i 25-30 metri in altezza con un tronco dritto dal diametro di anche oltre un metro. Specie molto utilizzata negli interventi forestali, si è acclimatata su un areale molto più ampio di quello originario e questo spiega la sua presenza in Val di Vara. Le pinete di pino marittimo crescono in castagneti e querceti abbandonati o percorsi dal fuoco e trova le condizioni ottimali di vita intorno agli 800 metri. Il legno, molto resinoso, viene utilizzato per costruzioni navali in carpenteria. La pineta di Suvero, un importante patrimonio naturalistico nei comuni di Suvero e Veppo, è frutto dell’opera di rimboschimento, negli anni Trenta, in una zona arida e rocciosa, con esemplari di Pino Nero importati dall’Austria.
FAGGIO
Insieme al castagno, il faggio è una delle specie più diffuse in Val di Vara e forma interi boschi chiamati le faggete. Albero noto per la sua crescita rapida può raggiungere in alcuni casi anche altezze di 30-35 metri. Il faggio si trova infatti spesso negli elenchi dei “patriarchi verdi”, gli alberi monumentali che raggiungono età e dimensioni eccezionali. Considerata pianta pregiata, il faggio di solito è coltivato a bosco ceduo. Per ottenere legna da ardere e carbone gli alberi sono fatti crescere fino ad altezza media e tagliati periodicamente lasciando i tronchi rasi al suolo. Se, invece, le faggete sono governate a fustaia gli alberi vengono lasciati crescere a grande altezza e poi tagliati. Il legno è utilizzato per fare mobili, liste per il parquet, remi e costruzioni navali, nonché un tipo di carta pregiata.
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Fauna
La Val di Vara è caratterizzata dalla biodiversità anche nelle specie animali. Nel fiume Vara vi sono pesci appartenenti a specie autoctone quali lo spinarello, l’anguilla e la trota Fario. Le pozze d’acqua ed i greti dei fiumi presentano una varietà di anfibi e di rettili tra cui alcune rarità come l’ulolone giallo e la lucertola muraiola estremamente difficile da trovare in Liguria.
I boschi sono abitati da cinghiali, lupi, caprioli, volpi, lepri, faine, donnole, istrici, i tassi, oltre che da mammiferi insettivori quali il riccio e la talpa o roditori come lo scoiattolo, il topo quercino ed il ghiro.
In estate il territorio rappresenta un’importante via migratoria per gli uccelli legati agli ambienti acquatici. Nei canneti e sui greti fluviali si trovano l’usignolo di fiume, la garzetta e una vasta popolazione di aironi cenerini. La notte, i cieli ed i boschi della Val di Vara, sono animati da numerose specie di rapaci notturni come l’allocco, la civetta, l’assiolo e il barbagianni.
LUPO
Il lupo, Canis lupus, è un animale molto adattabile, veloce e resistente, che può percorrere oltre 50 km in una notte. Vive circa 15 anni in branchi poco numerosi, territoriali, caratterizzati da una struttura sociale gerarchica con un maschio e una femmina dominanti. Il lupo, in cooperazione con il gruppo, caccia di preferenza caprioli, cervi, camosci, cinghiali e alci, oltre che piccoli mammiferi, insetti, uccelli, rettili, frutti e carogne. Cacciando ciò che può essere predato più facilmente, il lupo prevalentemente esemplari malati e deboli, contribuisce a mantenere sana la popolazione di selvaggina.
CAPRIOLO
Il Capreolus capreolus, si caratterizza soprattutto per i palchi, ossia le corna poste sulla sommità del capo, con 3 punte per lato che vengono persi e si riformano ogni anno. Il capriolo può raggiungere un'età di 18 anni ed è il più piccolo cervide europeo. Il capriolo è un ruminante brucatore: seleziona vegetali particolarmente ricchi di nutrimento, quali gemme, fiori e frutti, La predilezione del capriolo per diverse specie di quercia e di acero e per l’abete bianco, può influenzare direttamente la struttura e lo sviluppo dei boschi. Le specie resistenti o brucate raramente, come ad esempio il faggio o l’abete rosso se ne avvantaggiano e si diffondono maggiormente.
CINGHIALE
Uno degli abitanti dei boschi di Carro è sicuramente il cinghiale comune (Sus scrofa), un mammifero artiodattilo ed onnivoro della famiglia dei suidi. Nonostante sia originario dell’Eurasia e del Nordafrica il cinghiale è ormai da secoli uno degli animali più comuni nei nostri boschi dove grazie alla sua resistenza ed adattabilità si può trovare in habitat anche molto diversi per tipologia e temperature. Preda ambita per le sue carni, base di diversi piatti della tradizione locale. Delle diverse specie quelle che popolano principalmente i boschi, e soprattutto i querceti, di quest’area possono raggiungere anche pesi tra i 100 ed i 200 kg. La dieta del cinghiale, anche grazie alla dentizione mista, può variare da materiale vegetale come le ghiande, i frutti, le bacche, i tuberi, le radici ed i funghi a materiale animale come insetti, invertebrati, uova, carne o pesce.
VOLPE
La vulpes vulpes, pur appartenendo all'ordine dei carnivori ed in particolare alla famiglia dei canidi, può vivere fino ai 4 anni ed è onnivora. Questa caratteristica le consente di variare l'alimentazione secondo le disponibilità del momento ed è alla base della sua proverbiale adattabilità a moltissimi ambienti diversi. Olfatto ed udito sono i principali mezzi per esplorare il territorio, ma anche la vista è discreta. La tana, che viene costruita preferibilmente nei boschi su terreno morbido in pendii assolati, è spesso munita di diverse uscite di sicurezza ed è simile a quella del tasso, tanto che, talvolta, le due specie possono addirittura coabitare.
ULULONE GIALLO
Nel comune di Carro sono presenti tre dei quindici Siti di Importanza Comunitaria (SIC) della Rete Natura 2000 riconosciuti in Val di Vara. Di particolare interesse è un piccolo anfibio, a rischio estinzione, che vive nel Rio di Agnola: l’ululone dal ventre giallo (Bombina variegata pachypus). Il ventre di questo anfibio, abitatore di stagni, pozze d’acqua e tane sotterranee in inverno, è caratterizzato da una tipica colorazione gialla con numerose macchie grigio-azzurre.
Minerali
La Val di Vara pur essendo ricca di minerali non ne possiede in quantità tale da potere essere economicamente remunerativa.
A Lagorara, nel comune di Maissana, tra il 3500 e il 2000 avanti Cristo, era attiva una cava di estrazione; mediante utensili detti “percussori”, venivano staccati dalle pareti grossi blocchi di diaspro.
In Val di Vara sono presenti essenzialmente giacimenti di manganese, rame, tacco e cromite. A Cerchiara, in località Faggiona in bassa Val di Vara tra Pignone e Borghetto Vara, vi è l’unico giacimento intorno al quale si è sviluppata una importante attività estrattiva di manganese per circa 160 anni, tra il 1790 fino al 1947, quando la miniera è stata chiusa.
A Agnola, presso Carro, a pochi chilometri dal Valico della Mola che separa la Val Petronio dalla Val di Vara, è stata rilevata la presenza di brucite in quantità tale da permettere dal 1948 al 1960 un’attività estrattiva.
DIASPRO
Il diaspro è una roccia formata da un unico minerale composta da quarzo e contenente sovente alcune impurità, solitamente composti di ferro che conferiscono alla roccia vivaci colorazioni, rendendola ricercata come pietra semi-preziosa per la lavorazione in opifici.
MANGANESE
È un metallo bianco-grigio di aspetto simile al ferro. Per la sua fragilità il manganese non si usa allo stato puro ma è presente in lega con altri elementi. Viene utilizzato in siderurgia e nell’industria delle vernici per preparare prodotti farmaceutici e fertilizzanti. Gli Egizi e i Romani usavano composti di manganese nella fabbricazione del vetro, per decolorarlo.
BRUCITE
La brucite è un minerale, incolore o biancastro, a lucentezza madreperlacea e si può osservare, associata a vari carbonati di magnesio. Viene usato per ricavare sali di magnesio, e nella fabbricazione di materiali refrattari, e per la produzione di solfato di magnesio.
ARAGONITE
Polimorfo della calcite, l’aragonite deve il suo nome alla provenienza dei suoi primi esemplari (Molina de Aragon in Spagna). Con un abito cristallino generalmente prismatico e verticale i cristalli possono essere anche in formazioni diverse (aciculari, fascicolati, raggiati, fibrosi, stalattitici, pisolitici). L’aragonite in termini cromatici può variare dal bianco al marrone, al rosa, sino al giallo, al blu ed al verde.
A Carro, i boschi che si estendono a perdita d’occhio diventano testimoni e protagonisti, attraverso il portale BOSCHI SONORI.
Fate conoscenza del ricco patrimonio materiale, floro-faunistico e immateriale del territorio, raccontato nella mappa interattiva.
Percorsi turistico-culturali narrano la storia e la bellezza del Comune di Carro e l’istituzione del Premio di Arte Ambientale.